Nachfolgend der Liedtext Rossi: "Erminia sventurata" (Lamento di Erminia) Interpret: Christina Pluhar, Giuseppina Bridelli, Луиджи Росси mit Übersetzung
Originaltext mit Übersetzung
Christina Pluhar, Giuseppina Bridelli, Луиджи Росси
Erminia sventurata, ove t’aggiri?
Per sentier di sospiri,
per deserto cammino
ti conduce il destino.
Queste sono le nozze
onde folle pensai d’andar festosa
fra le madri latine e madre e sposa?
Questa è l’alta mercede
che dona Amor cortese alla mia fede?
O vanità de miei vani pensieri,
chi fortuna non ha, gioia non speri!
Ma di me sfortunata,
che sarà, sorte ingrata?
Abbandonata e sola,
chi mi conforta ohimè, chi mi consola?
Preda di qualche barbaro insolente
fra servili ritorte
proverò vergognosa e infamia e morte.
Sarò scherno del mondo e delle genti!
Ahi!
non dovevo mai sperare, ahi lassa,
entro i notturni orrori,
con la scorta d’un cieco altro ch’errori!
Speranze ohimè false speranze,
che con belle sembianze
lusingaste la mente,
voi pur m’abbandonaste,
se così mi lasciaste
abbandonata e sola.
Chi mi conforta ohimè, chi mi consola?
Dove ricovro attendo
se non veggio qui intorno, afflitta amante,
altro che duri sassi, orride piante?
Ma che potrete ohimè col pianto mio,
occhi dolenti e lassi,
destar pietà sin nelle piante e sassi?
Erminia stolta, chi ti lusinga ancora?
Ancor speri infelice?
Spera d’esser felice
se rincontrar puoi morte,
ch’un infelice core
cessa sol di morir allor che more.
Mori, infelice, mori,
certa di tue ruine!
e avran fine
con un solo dolor tanti dolori.
Mori, infelice, mori.
Così languia del bel Giordano a canto
sol dal vento ascoltata
Erminia innamorata.
E sì largo era il pianto
che diffondea dall’uno e l’altro lume,
che parea nato, quel veloce fiume
allor più gonfio e pieno,
da una rupe non già, ma dal suo seno.
Erminia sventurata, ove t’aggiri?
Per sentier di sospiri,
pro Deserto Cammino
ti conduce il destino.
Queste sono le nozze
onde folle pensai d’andar festosa
fra le madri latine e madre e sposa?
Questa è l’alta mercede
che dona amor cortese alla mia fede?
O vanità de miei vani pensieri,
chi fortuna non ha, gioia non speri!
Ma di me sfortunata,
che sarà, sorte grata?
Abbandonata e sola,
chi mi conforta ohimè, chi mi consola?
Preda di qualche barbaro insolente
fra servili ritorte
proverò vergognosa e infamia e morte.
Sarò scherno del mondo e delle genti!
Ahi!
nicht dovevo mai sperare, ahi lassa,
entro i notturni orrori,
con la scorta d’un cieco altro ch’errori!
Speranze ohimè falsche speranze,
che con belle sembianze
lusingaste la mente,
voi pur m’abbandonaste,
se così mi lasciaste
abbandonata e sola.
Chi mi conforta ohimè, chi mi consola?
Taube Ricovro Attendo
se non veggio qui intorno, afflitta amante,
altro che duri sassi, orride piante?
Ma che potrete ohimè col pianto mio,
occhi dolenti e lassi,
desstar pietà sin nelle piante e sassi?
Erminia stolta, chi ti lusinga ancora?
Ancor speri infelice?
Spera d’esser felice
se rincontrar puoi morte,
ch’un infelice Kern
cessa sol di morir allor che more.
Mori, Infelice, Mori,
certa di tue ruine!
e avran gut
con un solo dolor tanti dolori.
Mori, Infelice, Mori.
Così languia del bel Giordano a canto
sol dal vento ascoltata
Erminia innamorata.
E sì largo era il pianto
che diffondea dall’uno e l’altro lume,
che parea nato, quel veloce fiume
allor più gonfio e pieno,
da una rupe non già, ma dal suo seno.
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